Dai ballottaggi una realtà politica molto diversa I ballottaggi hanno fornito una realtà politica del Paese molto diversa da quella che sembrava essere uscita dal voto europeo solo il 25 maggio scorso. Il grande successo di Renzi e del suo partito si è sgonfiato immediatamente. L’amministrazione comunale è spesso un’altra da quella del corso della nazione e negli stessi ambienti chiamati ad esprimersi. Mai stupirsene Non è certo colpa di Renzi, ad esempio, come non è merito di Grillo, se Livorno passa al movimento 5 stelle. Semplicemente, le ultime Stalingrado di Italia, in epoca di rottamazione, sono destinate a cadere una dietro l’altra dalla costiera tirrena, fino a quella adriatica, dalla Toscana, alla Romagna. E’ successo a Livorno, ridotta della segreteria Bersani, è accaduto a Perugia, a breve accadrà altrove: il Pd dove non si rinnova non vince più ed in controtendenza al voto europeo è capace di perdere anche venti punti percentuali in un colpo solo. Poi c’è la vittoria leghista di Padova, che ci piacerebbe interpretare come una rivolta del Veneto per bene alla politica della corruzione. Bisogna pur riconoscere l’estraneità della Lega al clamoroso scandalo del Mose e di questi tempi, questo giustifica un voto eccome. In ogni caso, ancora un segnale evidente di come il centrosinistra non abbia la strada spianata verso un successo alle prossime politiche che pure appariva scontato. Forse fa bene Renzi a voler concludere la legislatura, anche perché nel Sud si vede come nonostante tutto, Forza Italia e Ncd sappiano trovare la quadra, unirsi e vincere a Potenza e a Foggia. Il bipolarismo maggioritario è in crisi, vero, ma non si è sradicato in tutt’Italia, affatto. Il governo già non può più cullarsi sugli allori e pure non può restare con le mani in mano, soprattutto dopo che la Corte dei Conti ha compiuto una disamina, non proprio entusiasta del suo operato. Gli ottanta euro in busta paga a determinati strati sociali sono solo un “surrogato” di una autentica riforma fiscale e soprattutto, i magistrati della Corte invitano il governo a tagliare la spesa. Perché per riattivare la crescita servono misure e progetti complessi, lo stato disastrato del Paese sul fronte energetico e del mercato del lavoro, lo dimostrano. Per evitare, invece costi inutili che gravano sulla collettività basta solo un po’ di buona volontà. Già sulla Rai ed Alitalia arrivano dei segnali incoraggianti, ma badate che non sono certo sufficienti. Comunque non buttiamo via niente e a fronte di questo barlume di disponibilità da parte del governo Renzi ci siamo permessi, come Direzione nazionale del partito di lanciare una proposta molto corposa di interventi che il governo dovrebbe mettere in agenda. Già solo tenerla in considerazione, con questi chiari di luna, sarebbe confortante. Roma, 9 giugno 2014 |